Il primo trimestre 2014 conferma l’accelerazione della crescita mondiale: secondo le previsioni di Coface, dopo aver registrato un 2,6% nel 2013, sarà prossima al 3% nel 2014 e al 3,3% nel 2015. La Zona Euro (crescita prevista dell’1,1% nel 2014) si riprende lentamente da un grave doppio crollo. Gli Stati Uniti registrano una crescita dinamica ed equilibrata (2,7% prevista nel 2014), nonostante le difficoltà di gennaio. Un riequilibrio della crescita è così in corso: le economie avanzate contribuiranno all’incirca per un terzo (contro un quarto solamente nel 2013) e i paesi emergenti per due terzi.
È in questo contesto di ripresa accertata che Coface migliora le valutazioni di numerose economie europee ed emergenti.
Germania, Austria, Regno Unito e Spagna: miglioramento grazie alla ripresa degli investimenti
In Europa Occidentale la ripresa ha condotto alla stabilizzazione, persino ad un miglioramento dei rischi. Ci sono voluti cinque anni perché la Germania e l’Austria rientrassero nella categoria dei rischi migliori A1, a fianco di Stati Uniti, Giappone e Svizzera. La Germania conferma il suo ruolo trainante in Europa con una crescita straordinariamente equilibrata (stimata al 2%nel 2014, dopo lo 0,5% nel 2013): i consumi, storicamente deboli, sono dinamici e gli investimenti in netta ripresa. La fiducia degli attori economici è perciò forte, sostenuta dalla diminuzione del numero (-8% in un anno) e dei costi (-30%) delle insolvenze. In Austria, le imprese beneficiano del costo basso del credito e della ripresa di Germania, Stati Uniti ed Europa dell’Est, che dispongono inoltre di liquidità elevata. A parte il fallimento di Alpine Bau nel 2013, il paese registra da molti mesi una riduzione delle insolvenze d’impresa.
Il Regno Unito è riclassificato A2. Stimata a 2,7% nel 2014, la sua crescita potrebbe essere dinamica come quella degli Stati Uniti e superare anche quella tedesca (2%). La ripresa dei consumi è sostenuta dal calo del tasso di disoccupazione. Oggi, il regime di crescita britannico è migliorato grazie al forte dinamismo degli investimenti da parte delle imprese, principale motore di attività nel 2014 e 2015. La Banca d’Inghilterra ha preso inoltre delle misure per limitare l’agitazione del settore immobiliare e favorire l’accesso al credito delle PMI. Infine, l’industria britannica evidenzia segnali di rinnovamento, caratterizzato da innovazioni dinamiche come dimostra il successo delle esportazioni farmaceutiche, dell’auto e dell’industria aeronautica e della difesa.
Altro cambiamento positivo per un’altra economia europea estremamente colpita dalla crisi: valutazione B per la Spagna, ora sotto sorveglianza positiva. La ripresa spagnola accelera con una crescita dell’1,2% prevista per il 2014 e dell’1,7% per il 2015. Le esportazioni aumentano, favorite dalla riduzione dei costi di manodopera, e risultano particolarmente dinamiche verso i
paesi emergenti. Nonostante il debito elevato del settore privato, l’alleggerimento del debito delle imprese è in corso. Si evidenzia infatti un netto miglioramento della loro situazione finanziaria: hanno ristabilito il tasso di margine (45% nel 2013) e flusso di cassa (superiore al 100%). Gli alti livelli di disoccupazione e il debito delle famiglie presentano invece difficoltà maggiori. Tuttavia, i segnali di ripresa della domanda interna, dopo la straordinaria performance delle esportazioni, costituiscono senza dubbio un elemento positivo.
La Lettonia è la più colpita dal contesto geopolitico in Russia e Ucraina
La Lettonia, che perde la sorveglianza positiva della sua valutazione B, risente della dipendenza dalla Russia per le sue forniture di gas. Le tensioni geopolitiche attorno all’Ucraina potrebbero colpire la fiducia degli attori economici dell’Europa Orientale e la forte dipendenza del paese verso il gas russo, fattori che spiegano questo recesso della sorveglianza positiva.
Kenya, Ruanda, Nigeria, Sri Lanka: un potenziale elevato
La crescita rimarrà sostenuta nei paesi emergenti: 4,4% nel 2014 e 4,7% nel 2015. Essi continuano a beneficiare dell’espansione della loro classe media e traggono vantaggio dalle migliori prospettive di crescita nelle economie avanzate, soprattutto grazie alle loro esportazioni. Tuttavia, il dinamismo dei grandi emergenti sarà limitato dai vincoli dell’offerta domestica e dai rischi politici e sociali.
Al contrario, altri paesi emergenti promettenti non risentono per niente o quasi di queste debolezze. Nonostante un contesto imprenditoriale spesso difficile, il potenziale di crescita è particolarmente elevato in molti paesi africani e asiatici. Tale affermazione porta Coface a migliorare di un livello le valutazioni paese di Kenya (B), Nigeria (C) e Ruanda (C). Lo Sri Lanka beneficia anche di una crescita sostenuta (stimata a 7% nel 2014 e a 6,5% nel 2015 da Coface), trainata dai consumi grazie al forte aumento del fatturato e alle trasferte degli espatriati.
Sri-Lanka e Kenya fanno parte dei dieci paesi emergenti che Coface ha identificato come emergenti promettenti.